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la Chiesa di San Francesco

La Chiesa di San Francesco, situata nell'omonima piazza, è una delle principali chiese di Grosseto.
Originariamente dedicata a San Fortunato, nel corso del Duecento, venne ceduta assieme al chiostro attiguo dai Benedettini ai Francescani.
Proprio in questi anni entrò nell'ordine francescano il letterato Andrea da Grosseto.
Nelle epoche successive il complesso ha subito vari restaurati; il campanile che si innalza sulla parte posteriore destra della chiesa venne distrutto da un fulmine e ricostruito nella prima metà del secolo scorso dall'architetto Lorenzo Porciatti.
La chiesa presenta una facciata semplice con il portale caratterizzato da una lunetta con affresco, a sua volta sovrastata e protetta da un tabernacolo ligneo, sopra il quale si trova un rosone.
L'interno, a navata unica, custodisce varie opere d'arte tra le quali spiccano il celebre Crocifisso ligneo dipinto da Duccio di Boninsegna verso la fine del Duecento. Nella chiesa sono conservati anche vari affreschi e decorazioni.
La cappella di destra, dedicata a Sant'Antonio, venne aggiunta nel corso del Seicento e decorata con pregevoli affreschi dai pittori Antonio e Francesco Nasini.
In questa chiesa si sono sposati Adriano Celentano e Claudia Mori, celebrò la messa all'alba (per sfuggire ai fotografi) il frate Ugolino amico della coppia e per molti anni parroco di San Francesco a Grosseto.
Il chiostro del convento si sviluppa a lato del fianco sinistro della chiesa ed è caratterizzato da un portico sorretto da colonne ottagonali; il chiostro dà accesso alla sacrestia, alla chiesa e ai locali del convento. Al centro del chiostro sorge il cinquecentesco Pozzo della Bufala, fiancheggiato da due colonne in travertino sulle quali poggia un pregevole coronamento: sotto di esso si trova la cisterna per la raccolta di acqua piovana.
Sulla piazza di fronte al fianco destro della chiesa e al campanile si trova un altro pozzo che raccoglieva l'acqua piovana nella cisterna sottostante per distribuirla alle varie abitazioni della zona.

la Chiesa di San Francesco

la Chiesa della Medaglia Miracolosa











La chiesa della Medaglia Miracolosa è ubicata fuori della mura cittadine, a nord di Porta Nuova: la facciata guarda su via Roma. La chiesa fu costruita agli inizi del Novecento, su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli, divenendo il luogo di culto di riferimento per gli abitanti della corrispondente area semicentrale cittadina che andava sviluppandosi proprio in quel periodo. Nel 1937 fu donata la campana, tuttora funzionante, come indicato da una lapide alla base del campanile. Negli anni 50, con la costruzione della più grande Basilica del Sacro Cuore, l'edificio religioso fu subordinato alla parrocchia che ebbe sede nella nuova e più grande chiesa di via della Pace. La chiesa della Medaglia Miracolosa si presenta ad aula unica in stile neoromanico, con abside semicircolare e campanile che si eleva sulla parte posteriore sinistra: la torre campanaria presenta nella parte sommitale quattro bifore, che si aprono una per lato all'altezza della cella campanaria. Le strutture murarie, sia della chiesa che del campanile, si caratterizzano per un particolare effetto bicromatico conferito da una regolare alternanza di travertino e mattoni, disposti in successioni che interessano senza soluzione di continuità l'intero impianto murario esterno. La facciata a capanna si caratterizza per il portale d'ingresso architravato, preceduto da tre gradini e sormontato da una lunetta, chiusa alla sommità da un arco a tutto sesto, al cui interno è scolpita una scultura. Nella parte superiore della facciata si apre al centro un piccolo rosone di forma circolare. Ciascuna delle due pareti laterali si caratterizza per la presenza di quattro monofore a tutto sesto, intervallate nella parte centrale

la Chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo


La chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo è dedicata al fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza, san Giuseppe Benedetto Cottolengo. È ubicata nella parte orientale della città, in via Scansanese, non lontano da una delle anse del fiume Ombrone che più si avvicinano all'area urbana cittadina. La chiesa fu costruita nel Dopoguerra, più precisamente a partire dal 1946, per servire la zona orientale della città che andava espandendosi. I lavori andarono avanti per un lustro, alla cui conclusione avvenne la consacrazione nella primavera del 1951. L'edificio religioso iniziò subito a svolgere le funzioni di chiesa parrocchiale per gli abitanti della zona. Nel corso degli anni 50 l'edificio religioso venne ulteriormente ornato, sia al suo interno che all'esterno; da allora, hanno trovato posto anche uno stendardo processionale attribuito a Ventura Salimbeni, oltre ad un dipinto proveniente dalla sconsacrata Chiesa dei Bigi, tuttora custoditi all'interno della chiesa. La chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo si presenta in stile neoromanico. Le pareti esterne e parte di quelle interne sono rivestite in laterizio. La facciata è preceduta da un pronao con copertura a volta, che si articola su tre oridini con arcate a tutto sesto: vi si giunge salendo una gradinata. La parte inferiore della facciata propriamente detta (delimitata dal pronao) presenta, al centro, il portale d'ingresso con arco a tutto sesto, affiancato lateralmente da due nicchie, in ciascuna delle quali è collocata una statua. Nella parte superiore della facciata si apre, al centro, un rosone di forma circolare che contribuisce ad illuminare l'interno della chiesa. Alla sinistra dell'edificio religioso si eleva il campanile a cinque ordini, con i quattro inferiori caratterizzati dalla presenza di una monofora a tutto sesto e quello superiore da una bifora corrispondente alla cella campanaria; la cuspide sommitale è di forma piramidale a sezione esagonale. L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate delimitate da colonne con capitello su cui poggiano le arcate a tutto sesto rivestite in laterizio. Molto caratteristico è l'abside semicircolare con decorazione a mosaico risalente alla fine degli anni 50. Oltre al dipinto e allo stendardo processionale sopra citati, spiccano l'organo e il Crocifisso ligneo.

la Chiesa del Sacro Cuore

La Basilica del Sacro Cuore di Gesù è ubicata nella zona semicentrale nord-orientale della città, lungo via della Pace. La chiesa fu costruita negli anni cinquanta del secolo scorso, più precisamente tra il 1954 e il 1958, dall'Impresa Egisti su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli. La consacrazione avvenne il 26 aprile 1958, nel quindicesimo anniversario del bombardamento aereo subito dalla città di Grosseto, nel più triste lunedì dell'Angelo della sua storia. L'edificio religioso, elevato subito a basilica, fu costruito a perenne ricordo dei caduti in quel sanguinoso evento bellico, a cui è stata dedicata una delle due cripte. La Basilica del Sacro Cuore di Gesù si presenta come un imponente edificio religioso in stile moderno-funzionale. La facciata, preceduta da una gradinata, è interamente rivestita in travertino e si caratterizza per il pronao a tre ordini chiusi in alto da altrettanti archi a tutto sesto, sovrastati a loro volta da quattro statue in bronzo (una per ogni pilastro), realizzate dallo scultore Tolomeo Faccendi. Nella parte superiore della facciata si aprono tre pentafore a tutto sesto, disposte l'una sopra l'altra. Le pareti esterne delle fiancate laterali e della parte posteriore si presentano rivestite in mattoni, mentre il travertino riveste i pilastri e il coronamento sommitale. Sul fianco destro si eleva il campanile di forma ottagonale (altezza 75 metri), prevalentemente rivestito in mattoni che lasciano spazio, nella parte sommitale, ad un coronamento in travertino in cui si aprono otto monofore a tutto sesto (una per lato) attorno alla cella campanaria. La parte apicale della torre campanaria, a forma piramidale, è ricoperta in rame ed è ben visibile anche a distanza dall'esterno della città (punto più alto della città). Altro elemento che caratterizza l'edificio religioso è la cupola poligonale (altezza 55 metri), rivestita anch'essa in rame, presenta il ballatoio esterno ed una pregevole lanterna sovrastata da una statua dorata di Gesù a braccia aperte che simboleggia il Sacro Cuore. L'interno si presenta a navata unica, molto ampia, con tre absidi semicircolari e due cripte, una delle quali è dedicata ai caduti durante il bombardamento del 26 aprile 1943. L'elemento caratterizzante dell'interno è il marmo con cui sono stati realizzati il pavimento, gli altari e le acquasantiere.

la Chiesa di San Giuseppe










La chiesa di San Giuseppe è ubicata nella zona occidentale della città, lungo via Nazario Sauro. La chiesa fu costruita negli anni trenta del secolo corso, più precisimante a partire dal 1935, su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli. I lavori si protrassero per un lustro, concludendosi all'inizio del 1940, anno in cui vi fu anche la consacrazione del luogo di culto. La chiesa divenne sede parrocchiale, per far fronte alle esigenze degli abitanti residenti nella parte occidentale della città, al di là della ferrovia Pisa-Livorno-Roma, che proprio in quei decenni conobbe una notevole espansione verso quella corrispondente area periferica. La chiesa di San Giuseppe si presenta in stile neoromanico. La facciata è ripartita in tre ordini, corrispondenti alle tre navate interne, in ciascuno dei quali si apre un portale d'ingresso architravato, con lunetta decorata chiusa in alto da un arco a tutto sesto, L'ordine centrale della facciata, di altezza più elevata rispetto a quelli laterali, presenta nella parte superiore un rosone circolare, sopra il quale si sviluppa il coronamento sommitale. Sui fianchi esterni corrispondenti alle due navate laterali si aprono una serie di rosoni circolari, simili a quello della facciata centrale; una serie di bifore con colonnine ed archetti a tutto sesto caratterizzano le parti esterne di altezza superiore, che contribuiscono ad illuminare, dall'alto, la navata centrale. Sul lato destro dell'edificio religioso si eleva il campanile, suddiviso in cinque ordini, ognuno dei quali presenta aperture proporzionali al piano, con colonnine ed archetti a tutto sesto; sulla parte sommitale che contiene la cella campanaria è presente una pentafora. La parte apicale è chiusa da un tetto a quattro spioventi di modesta inclinazione. L'interno è suddiviso in tre navate, separate da colonne in trachite e marmo rosso, con pregevoli capitelli decorativi che danno l'appoggio alle arcate a tutto sesto. Di ottima fattura risultano le vetrate decorative che ornano le varie finestre, ben integrate nell'impianto neoromanico. Ciascuna navata termina con un abside semicircolare.